

Il progetto vuole sperimentare in un corso di Liceo Scientifico delle Scienze applicate l’interazione della tradizione letteraria con le risorse dell’informatica e dell’umanistica digitale (Digital Humanities). In particolare, l’Atlante digitale dei Promessi Sposi offre una mappa interattiva del romanzo (1840), attraverso i luoghi in cui si svolgono le vicende narrate e gli spostamenti dei personaggi.
Frontespizio parlante, edizione 1840, illustrato da F. Gonin.
Breve introduzione
I Promessi sposi sono un romanzo storico ambientato nella Lombardia del 1628-1630.
L’opera composta da Alessandro Manzoni, ha per protagonisti Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, due giovani che non riescono a celebrare il loro matrimonio a causa del signorotto del loro paese, Don Rodrigo.
In seguito a un tentativo di rapimento di Lucia, i protagonisti sono costretti a separarsi e a fuggire, si incontreranno con la monaca di Monza ; avverà la conversione dell'innominato (compiutasi grazie al cardinal Borromeo) . Renzo invece sarà coinvolto nelle rivolte popolari a Milano il giorno di S. Martino del 1628 e dovrà rifugiarsi nel Bergamasco. La peste, nel 1630, farà in modo che i due promessi si ritrovino nel lazzaretto di Milano ed in seguito alla morte del loro persecutore, causata della pestilenza, possano infine sposarsi e trasferirsi nel Bergamasco. Il romanzo ha avuto due edizioni, la prima uscì nel 1827 e la seconda, nonché quella definitiva, nel 1840, venne pubblicata arricchita dalle illustrazioni di Francesco Gonin. Insieme a questa seconda edizione Manzoni pubblicò la Storia della colonna infame, un saggio che ricostruisce il processo svolto per coloro che vennero ritenuti gli untori di Milano nel 1630.
Manzoni e il «Manoscritto ritrovato»
Il romanzo è basato su una finzione narrativa: l'autore fece credere di aver ritrovato un anonimo manoscritto risalente al XVII secolo, caratterizzato da uno stile linguistico barocco, di difficile comprensione ma che al suo interno conservava una storia degna di essere narrata. Manzoni dichiara di averlo riadattato per il contesto storico in cui viveva, rivisitando la lingua e lo stile. La complessità della trama e il gran numero di figure che la animano spinse diversi critici a parlare di "polifonia", ovvero di uno stile narrativo in cui l'autore dà voce ai singoli personaggi e presenta di volta in volta il punto di vista di ciascuno di essi. L’autore riserva pienamente i suoi "diritti" di narratore quando interrompe il racconto delle vicende del romanzo per aprire le sue digressioni storiche, che hanno la funzione di chiarire aspetti della vita sociale ed economica dell'epoca. Ciò gli consente di esprimere giudizi personali sugli episodi narrati: talvolta queste digressioni sono poste all'interno di un capitolo, come quella celebre nelle gride del cap. I o quella sulla carestia che apre il XII, in altre occasioni si estendono per un capitolo intero, come quella sulla guerra di Mantova del XXVIII o quella sulla peste a Milano dei cap. XXXI-XXXII. In tutte queste occasioni, così come nella narrazione delle vicende dei protagonisti, non è raro che Manzoni si rivolga direttamente al suo pubblico per spiegare cosa sta succedendo o per precisare dettagli che sono meritevoli o di maggiore attenzione. E' quindi innegabile che il vero dialogo è quello instaurato tra l'autore e il lettore sin dall'inizio dell'opera, con le osservazioni relative all'immaginario manoscritto e alla decisione di rimaneggiarlo, fino alla conclusione, con l'affermazione ironica circa il fatto che il romanzo potrebbe, al di là delle intenzioni di chi l'ha scritto, avere annoiato il pubblico.
Descrizione del frontespizio parlante
Nel frontespizio illustrato da Francesco Gonin per l'edizione del 1840 vengono introdotti i personaggi che compariranno nella narrazione. Essi sono disposti lungo un asse verticale e uno orizzontale poiché c'è una simmetria nel posizionamento delle personalità.
Al centro vi è Lucia, separata dal suo sposo Renzo Tramaglino (il quale indossa un cappello con una piuma).
Lucia è affiancata da due figure femminili che ricordano la maternità durante il periodo di pestilenza. Renzo è invece accompagnato da due illustrazioni rappresentanti i suoi difetti: l'alcol e la capacità di inserirsi in discussioni non appropriate. Sulla stessa linea verticale, più precisamente in fondo al frontespizio, è presente l'oppositore al matrimonio, ovvero Don Rodrigo, il potente spagnolo che vuole rapire la giovane Lucia, per poi sposarla. Sull'asse inferiore sono raffigurati la Monaca di Monza (la Signora) e Fra Cristoforo, l'esempio di una chiesa attenta al prossimo e ai propri fedeli. Al centro dell'asse orizzontale troviamo Don Abbondio (il parroco del paese che rifiuta di celebrare il matrimonio poiché è intimorito dai bravi di Don Rodrigo) e l'Innominato. Nel mezzo dell'antiporta sono presenti due maschere risalenti all'età del barocco che ci ricordano il periodo nel quale venne ambientata la storia (XVII secolo).