Capitolo N°1: «Lago di Como e lecco»
È il 1628, il racconto si apre con una dettagliata descrizione del lago di Como e del paesaggio di Lecco. Don Abbondio, il quale sta rientrando a casa dopo una passeggiata, incontra due bravi che gli impongono di non sposare Renzo e Lucia poiché il loro padrone, Don Rodrigo, non vuole che il matrimonio si celebri. Tornato a casa, Perpetua, la quale si occupa della casa del parroco, farà delle domande e dopo un battibecco il curato si decide a confessare quanto accaduto.
​Il fiume Adda, il più importante fiume della Lombardia e uno degli affluenti di sinistra del Po nei pressi di Piacenza e Cremona e termina il suo corso gettandosi nel lago di Como. Al tempo della vicenda formava per un buon tratto il confine naturale tra il Ducato di Milano e il territorio della Repubblica di Venezia. Il capitolo si apre con un'ampia e famosa descrizione paesaggistica, in cui l'autore descrive i luoghi del romanzo e spiega che il ramo meridionale del lago di Como si restringe presso Lecco. «…e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda ricomincia…»
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Lecco, cittadina della Lombardia che sorge sulle sponde del braccio meridionale del lago di Como, vicino al punto in cui esso si restringe diventando simile al corso di un fiume. La città all'epoca della vicenda assomigliava a un borgo di campagna. «Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, già c'è poco discosto dal ponte…»
Poco più a valle il lago torna ad allargarsi e la riva si distende tra i monti San Martino e Resegone, montagna formata da molti cocuzzoli in fila che lo fanno assomigliare ad una sega. La costa si divide in colline e piccole valli, pendii e pianure seguendo la struttura dei monti. La parte finale della costa è quasi esclusivamente ghiaia e ciottoli, mentre il resto è campagna e bosco. «La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l’uno detto san Martino, l’altro, con voce lombarda, il Resegone…»
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